martedì 7 agosto 2007


verso bordj el khadra


…mi alzo che non sono ancora le sei, per godermi l’alba;
un caffè, un giretto fino alla torre – sempre stupenda la vista sull’oasi di Ghilane da quassù – poco dopo partenza per El Borma.

scendiamo a fianco della pipeline, la pista corre via veloce, niente intoppi, a mezzogiorno siamo a
El Borma.
l’unico posto per far rifornimento è chiuso, ci mettiamo in fila ed attendiamo le prime ore del pomeriggio. ne approfitto per uno spuntino, scambio quattro parole con dei francesi, ed intanto la fila dei fuoristrada in attesa aumenta.

giro tra le vetture, agguerritissime – dove finiscono i sogni degli altri, noi scaliamo una marcia e andiamo avanti – sta scritto sul fianco di un toyota, e tutto attorno piastre da sabbia, verricelli, sospensioni da paris-dakar, elaborazioni dettate dall’esperienza o … dalla fantasia.

finalmente aprono, facciamo il pieno, un augurio di “bonne route “, una stretta di mano, e poi giù, fino alla vasca – un cubo di cemento in mezzo al deserto, acqua calda, leggermente sulfurea;
iniziamo a spogliarci ancor prima di aver spento i motori.
poco lontano il campo per la notte, dopo cena vanno quasi tutti a dormire, non ho sonno, guardo matteo, anche lui sonno zero, dopo un attimo siamo nuovamente a mollo e, complice una bottiglia di grappa, a notte fonda siamo ancora là a guardare le stelle … e ci sembra di vederne qualcuna in più.

oggi tutta la mattina tra le dune, sempre verso sud; i motori dei toyota urlano sulle salite e i nostri cuori palpitano lungo le ripide discese fino a quando, nel primo pomeriggio, arriviamo.

Bordj el Khadra, ultimo avamposto al confine con Libia e Algeria, - poche case, un cafè du dèsert (si chiamano tutti così), una moschea, una guarnigione, qualche fuoristrada;
pochi si spingono fino a qua.

faccio quattro passi a piedi, non c’è niente, i pochi locali non si scompongono minimamente, più in là un ragazzino, - una fotografia, qualche parola nel mio francese stentato, gli regalo un cappellino, lui mi dà una punta di freccia in selce.
si riparte, poco lontano ci fermiamo per raccogliere delle rose del deserto e poi, là vicino, allestiamo il campo – Mohamed prepara le pain de sable, la notte è splendida.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti...

Andraz

Anonimo ha detto...

SPLENDIDE LE FOTO E MOLTO CARINI GLI APPUNTI STILE "TACCUINO DEL VIAGGIATORE"...VIEN VOGLIA DI VIAGGIARE!!! BRAVO!

PaoloVIP ha detto...

Penso di essermi perso la battiglia di grappa e il bagno nel pozzo a causa del distacco dell'unghia del pollicione. Poco importa.
Ci siamo ritrovati nel Murzuk, rubando gli ultimi momenti prima della partenza, per respirare ancora un pò l'aria di quelle maestose e magnifiche sabbie.

Anonimo ha detto...

ciao viaggiatore.
E' un piacere guardare il tuo sito.
sembra di sfogliare un libro di avventure. Di quelli che da bambino ti facevano sognare..

Anonimo ha detto...

bellissimi questi brevi racconti!
franz, trieste
http://www.granellodisabbia.org

Anonimo ha detto...

WOW!! complimenti all'autore e al viaggiatore.......leggendo questi racconti viene trasmessa la voglia di viaggiare, di scoprire e di abbandonarsi a nuove sensazioni.
sara

Anonimo ha detto...

Eravamo con te,io e Massimo in quell'autunno del 2006: venivamo dalla Sicilia e abbiamo conosciuto il club di Trieste tramite internet.
Abbiamo fatto un ottimo viaggio (a parte la mia intemperanza nell'albergo di Matmata dovuta, in verità, a tutta l'acqua che mi ero preso).
Che dicono Matteo, Fulvia e tutti gli altri?
Ti abbraccio.
Giovanni (uno dei "muli" siciliani).