mercoledì 29 maggio 2019
martedì 28 maggio 2019
2017 - 2018 lungo la Carretera Austral (dal nostro diario)
… dopo Chaiten la carretera è interrotta, per una frana
dovuta ad una recente alluvione.
Consigliano di fermarsi una notte a Chaiten e prendere il giorno
seguente un traghetto notturno, per fortuna gratuito, che ci farà superare la
zona alluvionata (altra notte in macchina, o forse sui divani del
traghetto!!!).
Sul traghetto, accanto ai pochi locali, troviamo viaggiatori
di tutti i tipi, in macchina, in camper, alcuni avanti con gli anni .… in
bicicletta, e si trascinano dietro il bagaglio, altri a piedi, zaino in
spalla; tante le coppie, per lo più
giovani.
E sì, la carretera rimane ancora un’avventura, non una grande
avventura, ma pur sempre un’avventura.
Sbarchiamo, pochi km di sterrato ed ecco ancora un traghetto,
più corto ma con mare molto più mosso, qua non siamo protetti come all’interno del fiordo.
Sbarchiamo nuovamente, una veloce cavalcata di 30-40 km,
quasi tutti sterrati; attraversiamo una foresta pietrificata, spettrale, da
incubo, probabilmente sono i postumi dell’eruzione del maggio 2008 dell’omonimo
vulcano che sovrasta la zona, cenere e lapilli sparati dal vulcano avevano,
quella volta, raggiunto un’altezza di 13 km e le ceneri avevano continuato a
cadere per un mese.
Prima di arrivare a Chaiten la strada passa vicina
all’oceano, c’è una spiaggia, ci fermiamo a raccogliere della sabbia, nera,
vulcanica, qualche sassolino e qualche conchiglia...
26.12.2017 - Chaiten e ancora trasbordador
ci svegliamo affamati, mancano acqua
ed elettricità, scendiamo a far colazione, non proprio abbondante ma
sufficiente e a chiedere spiegazioni: è un problema di tutta la zona ci dicono,
dovuto alle recenti abbondanti piogge.
Ci lasciano la camera fino a mezzogiorno, l’acqua tornerà,
dicono..
Liberiamo la stanza e….. l’acqua finalmente ritorna!!!
Andiamo a mangiare qualcosa, la vicino c’è una cucineria, più che un ristorante è una
casa privata con una grande stanza da pranzo e parecchi tavoli; sono gentilissimi, le possibilità di scelta
non sono tante, io scelgo il piatto del giorno, chiedo cosa sia: sopa de pollo mi risponde il padrone di
casa, ma poi dentro ci sono verdure, pasta e una bella coscia di pollo. Laura sceglie del salmone con patatine
fritte: ottimo, abbondante, una porzione gigantesca, ne avanzerà anche per
cena. La padrona ci porta il conto, si ferma a parlare un po’ con noi, ci
racconta dell'eruzione del 2008, in cui ha perso tutto ed è scappare in
ciabatte…., e della recente alluvione che ha sconvolto la zona più a sud.
…
le faccio i complimenti per il pranzo ed i suoi occhi diventano raggianti e
tutta intimidita si copre il sorriso con la mano ...
31.12.2017 - sempre giù, verso Punta Arenas
… la fin del mundo è sempre più vicina e ancora un anno
se ne va.
… ci sistemiamo, una capatina al supermercato, un giretto in
centro, e un drink di fine anno allo Shakleton bar...
…
datemi Scott a capo di una spedizione scientifica, Amundsen per un raid rapido
ed efficace, ma se siete nelle avversità e non intravedete via d’uscita
inginocchiatevi e pregate Dio che vi mandi Shackleton…
01.01.2018 - verso Ushuaia, verso la fin del mundo
ottima fine e
buon principio!!!
Tra un po’ parte il traghetto che ci porterà, attraverso lo
stretto di Magellano, a Porvenir, in Terra del Fuoco e, vista l’ora, rimaniamo
là per la notte e domani l’ultimo salto di 450 km fino a Ushuaia, la fin del mundo.
12.01.2018 - El Chalten
apro la tenda
alle 7.30, bel tempo, sole, vento, fa freddino. vado nella cucina comune, e mi
preparo un tè.
…
non abbiamo molto denaro, ma abbiamo tempo, non andiamo ma viviamo in un lento e
perpetuo movimento come l’universo: è una delle ultime forme di liberta’ ….
… leggo e mi gusto il tè.
lunedì 27 maggio 2019
MYANMAR 2015 - la vecchia Birmania (dal nostro diario)
… Laura rientra al lavoro dopo la
malattia, danno al sottospinato e, … le cade la bombola di CO2 sul piede! 2° dito blu!
ROTTO!!!
Cerotto e via, domani si parte ugualmente!
Sbarchiamo in orario a Yangon, forse anche con un po’ di anticipo,
fila per la dogana, ritiro delle valige… della valigia. Quella di Laura è
rimasta a Roma, sbrighiamo le pratiche al customer service, il pullman attende
e ci porta fino al Motherland inn .
…in fila alla dogana, uno mi
saluta, contraccambio, è triestino, chi è? da dove mi conosce? allievo di
qualche corso? non ci penso più che tanto…
lo ritrovo al Motherland, è con la sua ragazza, anche loro viaggiano
soli, mi chiama per nome…
ma chi sei, dico, da dove ci
conosciamo???
pensaci.…. mi risponde!!!
salgo in camera a depositare
i bagagli, un flash… Marocco 2009, gole
del Todra, era là ad arrampicare con Mauro,
con U.Iavazzo e un altro ancora, Riccardo
ed io eravamo anche a spasso per il Marocco, li abbiamo raggiunti per una
serata in compagnia… il nome però…
… la sim birmana acquistata con
5$ funziona, il wi-fi dell’albergo anche, siamo connessi e così aggiorniamo
chi, dall’altra parte del mondo, attende nostre notizie.
18.01.2015 - Yangon
… ci dirigiamo
verso la Botataung Paya; entriamo scalzi, come i veri pellegrini, il
buon pellegrino Mauro si infastidisce subito … “solo muri de oro, sai buddha, sai file, gente che prega e niente de veder…“
inutile dire, le nostre strade per un po’ si dividono.
Entro nel labirinto della pagoda dove la struttura crea degli
angoli acuti in cui le persone pregano ad alta voce facendo risuonare i
mantra… non fosse per i click delle
macchine fotografiche l’atmosfera sarebbe mistica… comunque nell’aria c’è armonia e rispetto.
Tanti i gesti impressi nella memoria… dalle donne, longilinee ed eleganti che
debbono sedere lateralmente per le gonne stretta, ai gruppi che invocano con
omaggi di frutta un qualche buddha …
Eh sì, qui, come dice Mauro, di buddha proprio non ne mancano.
La pagoda è non solo un luogo di preghiera, ma anche di ritrovo
con se stessi, con amici o con la famiglia; è un posto molto… sociale, tra gente che prega c’è chi mangia e
chi gioca.
Sia dentro che fuori vendono i cesti di frutta da donare ai buddha,
e foulard e fiori per adornarli.
E tutt’attorno un viavai di addetti che raccolgono cesti e foulard
per rivenderli nuovamente – un gran giro di soldi, anche qua la religione porta
ricchezza!!!
Usciti dalla pagoda andiamo verso lo Strand Hotel, dicono simpatico da vedere e in effetti lo stile del
nostro Caffè San Marco, ci regaliamo 1 ora di relax al bar.
… a fare da cornice al parco street-food
e chiromanti,
la golosità prende il sopravvento, ci attrae una bella ragazza
che, con grande abilità e poca attrezzatura, fa omelette express ripiene di
verdure, e non siamo i soli ad esser colpiti dalla sua bellezza e
destrezza… un altro ragazzo si è seduto
e si è votato alla consumazione di crepes.
Lo ritroviamo ancora là dopo 2 ore!!!
23.01.2015 - in motorino per Bagan
… 8.30, colazionati,
inforchiamo il nostro motorino elettrico;
sembra di andare in bicicletta ma non serve pedalare; nessun
problema sul dritto, le salite invece le
sente con largo anticipo.
Scendiamo a Old Bagan ed
iniziamo interminabili visite di pagode; grandi, medie, piccole ma
fondamentalmente tutte uguali, tutto un cava
le scarpe, metti le scarpe, e ogni
volta, quando esci, te ne rimangono sempre altre 1.000 da vedere!
Una sola è degna di nota, la Shwesandaw
Paya, si può salire fino su, 5 ripidissime rampe di scale, con scalini di
25 e più centimetri ma poi, il panorama ricompensa.
Laura vuole tornare a far fotografie anche al tramonto, io penso rimarrò
al bar a distruggere qualche mohito.
6.01.2015 - sempre a Kalaw
… finiamo il giro
della città, e cerchiamo un posto relax, magari con una bella terrazza, sembra
quasi impossibile ma …. mi ricordo (Laura)
di un’insegna sulla scalinata, vicino al market, thazin (scoprirò poi che è un piccolo fiore bianco molto profumato,
che si trova in cima agli alberi).
Intuizione fortuita!!! la
prima impressione è che sia chiuso, entro e saluto… c’è un vecchio che sta guardando la tv; non risponde, Mauro dice … no i ne
ga pel cul, io mi ostino e vado vicino al vecchietto, è solo sordo, come mi
vede si mette subito all’opera, mi consegna 2 menù e 2 libri di remarks di turisti passati per di là,
tutto molto kind e con un velo di
orgoglio.
Ci fa sedere al sole sul patio di casa sua ed a breve arrivano
altri 2 giovani francesi con cui condivideremo il tavolo.
Il vecchio inizia a raccontare e noi, tutti incuriositi, stiamo ad
ascoltare. Non vuole dirci il suo nome,
vuole che ce lo ricordiamo come l’uomo che a 92 anni sa ancora stupire con
giochi di carte… canticchiando e
mescolando le carte ci intrattiene con un gioco che ha imparato quando aveva 16
anni, quando non esistevano telefonini e laptop.
I francesi ci raccontano della loro avventura… stanno viaggiando da 3 mesi e si fermeranno
ancora qui e poi, almeno per un altro
mese in Vietnam…
27.01.2015 - inizia il trekking
… alle 8.15 andiamo
alla Diamond Trekking, ci accolgono
in pigiama, tutto ancora da preparare.
Partiremo appena alle 9.30 e con un’altra guida, il marito di EE, così
si chiama la titolare, si dice stanco di ieri; la nuova guida si chiama Miò, si presenta con casco da moto in testa e iapanche (infradito) ed inizia così il
trek.
Lungo la strada Miò si ferma davanti una casa, dice che va a
cambiarsi; in 5 minuti è pronto: zaino, maglietta, giacca a vento e iapanche da trekking.
Il percorso si snoda tra sentieri e strade in terra battuta, alle
12.30/13 stop ad un point-view con accanto un punto di ristoro nepalese.
Dopo il lunch riprendiamo a camminare, dopo un’ultima
interminabile ora lungo i binari del treno, un vero calvario, una sosta ristoratrice
al bar della stazione dove Miò, accortosi che Laura distribuisce alle ragazzine
campioncini di profumo le chiede uno per una sua amica: Laura glie ne da 2 e
lui sparisce.
La sua amica, pochi metri più in là, vende betel;
ritorna dopo un po’ con un sacchetto pieno dei deliziosi
bocconcini.
Ancora 20 minuti e siamo alla guesthouse per la notte.
28.01.2015 - 2° giorno di trekking
… alle 7 ci alziamo, veloci
preparativi, veloce colazione e siamo pronti, la nostra guida invece,
infreddolita, non vuole uscire dalle coperte; ci incamminiamo che sono le 8.
Altri 14 chilometri su e giù per il Myanmar, pausa pranzo, ancora
6 chilometri ed arriviamo al villaggio dove passeremo la notte.
Ci fermiamo prima in un fornitissimo baretto; una birra e, ci spostiamo per la cena e la
notte, non senza aver prima comperato ancora una birra.
29.01.2015 - fine trek e lago Inle
ottima colazione
con pancake al miele, poi ci incamminiamo.
Sorpresa!!! oggi la tappa
lunch è alla fine, one shot, 20 chilometri … uno dietro all’altro!
Finalmente acqua, finalmente siamo al lago… una noodle soup, mangio anche quella di Laura
che si accontenta di una noce di cocco, ancora una birra, e saliamo sulla
barca, affusolata, che ondeggia paurosamente.
Iniziamo a risalire (o a scendere?) il lago;
Le foto, al tramonto, si creano
da sole, basta schiacciare il bottoncino.
… e poi in albergo: mocito
(mohito), pizza, birra e ancora mocito,
bisogna pur festeggiare la fine del trekking!
30.01.2015 - da Nyaungshwe a Bago
… alle 16 siamo in albergo ad
attendere che ci vengano a prendere per il viaggio notturno a Bago; arrivano
con un pick-up, e un po’ ammassati arriviamo al punto di partenza dell’autobus; 11 ore di viaggio, parecchie le passiamo
dormendo, bella la fermata/cena, in un autogrill locale, serviti da ragazzine
di 10 – 12 anni, che lavorano velocissime sotto lo sguardo vigile della
caposala.
31.01.2015 - Bago e il Monte Kyaiktiyo (Golden Rock)
… arriviamo a Bago
alle 4.30, un risciò si offre di accompagnarci al nostro hotel per soli 1.000
kyat.
Ok, saliamo sul risciò con i bagagli, lui lo spinge fino all’altro
lato della strada e ci mostra l’hotel: siamo arrivati dice.
… una veloce doccia, una frugale colazione e, abbiamo ancora the
nel bicchiere che vengono a chiamarci: l’autobus per la Golden Rock sta partendo.
… l’autista corre come una iena, alle 8 siamo già arrivati.
Più avanti inizia la ressa per salire sui camion che vanno alla
Golden Rock; e anche qua gli autisti dei camion dimostrano di non avere il
famoso mattone sotto l’acceleratore: paghiamo il biglietto, comprensivo
dell’assicurazione sulla vita, come recita il cartello, e si parte.
In cima un villaggio turistico vivacemente animato, bancarelle,
hotel, pellegrini, portantine e chi più ne ha più ne metta.
Continuiamo, qua tutti … se
buta per tera, i prega, i impiza
candele, i brusa incensi, i taca plachete de oro… no li credevo cusì basa banchi….
… guardiamo, fotografiamo e scendiamo; ancora mezz’ora di paura
sul camion e siamo nuovamente alla stazione del bus.
… andiamo a cena: riso al cocco con arachidi, mango e spezie
varie.
02.02.2015 - Ngapaly Beach
… arriva il taxi
per l’aeroporto.
Il taxista parla un bell’inglese, si rivela un chiacchierone, ed
intrattiene Laura, che ormai è diventata la-la,
fino all’aeroporto, si offre anche di venire a prenderci quando torniamo, veloce
scambio di numeri di cellulare e ci
salutiamo.
L’aereo è molto piccolo, un ATR 42 o modello successivo, a
turboelica, Laura non ne ha mai volato su uno simile, e penso nemmeno molti altri
passeggeri.
Arriviamo in 1 ora, ci attendono, ci accompagnano al residence;
nonostante avessimo prenotato una più economica stanza sul retro, ce ne danno
una bellissima, grande, con due letti da una piazza e mezza, vista mare.
A 500 metri vari ristorantini, ne scegliamo uno che sembra il più
quotato, e con 2 mohito iniziamo
quella che si rivelerà un’ottima cena.
04.02.2015 - Ngapali Beach
… oggi si pranza con la frutta
che acquistiamo dalle donnine che passano per la spiaggia: pochi dollari e la
signora, con una tecnica tutta sua lava, pela, taglia a pezzetti e riempie un
sacchetto di ananas e mango, freschi e gustosi.
05.02.2015 - Ngapaly Beach, arrivano Mattia e Valentina
oggi arrivano i
nostri amici!!!
E la sera siamo a cena tutti assieme al best friend: mohito, king prawn e curry prawn con cocconut-milk.
08.02.2015 - Yangon
… la sera andiamo a chinatown, vicino al nostro albergo.
E’ un immergersi in un caos di colori, di sapori e di odori, un
susseguirsi di baretti e di bancarelle di street-food; siamo attratti da un‘insegna,
qua il mohito costa 800 kyatt – 0,80 dollari, il cameriere ci piazza in tavola
con Dave, un simpatico canadese.
La serata si conclude tra chiacchiere, birra e mohiti, proprio
quello che ci voleva per salutare il Myanmar.
novembre 2015
… è
notizia di questi giorni che Aung San Suu
Kyi ha trionfato alle elezioni, il Myanmar se lo merita!!!
2012 - MONTENEGRO (dal mio diario)
... siamo in Montenegro finalmente,
ci addentriamo subito nella realtà del paese: tanta natura, poca povera gente,
poche macchine, traffico inesistente, poche anche le case. Verso sera ci inerpichiamo per una stradina
alla ricerca di un posto per la notte; ci accampiamo e, dopo poco, arriva un local gridando “via via
italiani” ma probabilmente non sa nemmeno lui cosa
dice… si dimostra subito molto
cordiale, gli diamo una birra, ci prende in simpatia, ci invita a casa sua poco
sotto; osserva con attenzione i mezzi, scambia il quad per una prikolica e non riesce a capacitarsi di
come io faccia a trainarlo senza gancio di traino… poi si accorge dell’errore e inizia a
battersi la testa.
Dopo
cena scendiamo verso casa sua, facciamo conoscenza con la moglie, entriamo e,
inizia l’ospitalità: rakija, caffè alla turca, formaggio,
altra rakija, ne ha parecchia, ha
paura che sia poca, e va nell’altra stanza a prendere ancora un boccione da 5
litri. Altro formaggio, fotografie, lui fa continuamente il cretino, ci mostra
vecchie foto, di quando era giovane e militava nell’esercito yugoslavo. Poi suona e canta, non ci lascia più andar
via, è disperato, vuole che restiamo a dormire là … alle 23.00 riusciamo ad andare,
promettendogli le fotografie della serata.
14.08.2012
– Montenegro, Durmitor
a mezzogiorno, una piccola sosta, più
avanti un camion con due locals, stanno riempiendo di pietre e ghiaia una voragine apertasi lungo la strada;
offriamo al più anziano una birra ghiacciata, - non ne dai un sorso al tuo amico???? – gli dice Bruno… no,
no, lui è troppo giovane e non deve bere - risponde,
e se la scola tutta.
Continuiamo,
entriamo nel parco del Durmitor, ci fermiamo per la notte sul Susisko Jezero a 1180 metri accanto ad
una Planinski dom , chiusa; c’è anche
una coppia di belgrado, escursionisti, tendina e zaino in spalla.
16.08.2012
– ancora Montenegro
l’indomani continuiamo ancora per
l’altopiano, case sparse, poca povera gente, tutti molto cordiali, tutti ci
invitano ad una sosta per una rakija …
ma sono solo le 9.00 del mattino. Al
terzo rifiuto un simpatico local si butta davanti la macchina e ci costringe
alla sosta; urla, sì proprio urla alla moglie di portare sedie, tavolo e slivovitz domacia e di preparare il
caffè.
E
intanto che il caffè alla turca cuoce
ancora slivovitz, fino a quando Bruno
non gli nasconde la bottiglia. Io insisto
dicendo che devo guidare, che mi ferma la polizia, … mi risponde: … kuraz polizia, picku mater
polizia, e ancora un po’ di bestemmie e mi riempie il bicchiere.
Intanto
la moglie riscalda il pane, rigorosamente fatto in casa, da mangiare con il kaymak,
riscalda salsicce, taglia prosciutto, ci versa uno strano intruglio (a
base di panna/latte) da bere, e poi
ancora torta di mele finale e ancora slivovitz.
Ci
salutiamo tra foto, baci, abbracci.
L’entrata
in Bosnia è veloce e indolore, gasolio, qualche birra per la sera, e poi ci
accampiamo per la notte; è già buio e, senza accorgercene, ci fermiamo … a
pochi metri, o forse anche dentro ad uno dei tanti campi minati. Me ne rendo conto la mattina, vedendo i cartelli,
quasi senza muovermi avverto gli altri e,
spaventati, tra mille attenzioni, come si vede fare al cinema o in TV,
ricalcando i nostri passi all’indietro, ci allontaniamo dal pericolo.
18.08.2012
Bosnia-Erzegovina
tutto il giorno attraverso la Bosnia, tutto
il giorno tra campi minati; non che la cosa sia tragica, - strade e carrarecce sono
sicure – ci ha detto un guardaparco, … ma non uscite per nessun
motivo dai tracciati!!!
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