... siamo in Montenegro finalmente,
ci addentriamo subito nella realtà del paese: tanta natura, poca povera gente,
poche macchine, traffico inesistente, poche anche le case. Verso sera ci inerpichiamo per una stradina
alla ricerca di un posto per la notte; ci accampiamo e, dopo poco, arriva un local gridando “via via
italiani” ma probabilmente non sa nemmeno lui cosa
dice… si dimostra subito molto
cordiale, gli diamo una birra, ci prende in simpatia, ci invita a casa sua poco
sotto; osserva con attenzione i mezzi, scambia il quad per una prikolica e non riesce a capacitarsi di
come io faccia a trainarlo senza gancio di traino… poi si accorge dell’errore e inizia a
battersi la testa.
Dopo
cena scendiamo verso casa sua, facciamo conoscenza con la moglie, entriamo e,
inizia l’ospitalità: rakija, caffè alla turca, formaggio,
altra rakija, ne ha parecchia, ha
paura che sia poca, e va nell’altra stanza a prendere ancora un boccione da 5
litri. Altro formaggio, fotografie, lui fa continuamente il cretino, ci mostra
vecchie foto, di quando era giovane e militava nell’esercito yugoslavo. Poi suona e canta, non ci lascia più andar
via, è disperato, vuole che restiamo a dormire là … alle 23.00 riusciamo ad andare,
promettendogli le fotografie della serata.
14.08.2012
– Montenegro, Durmitor
a mezzogiorno, una piccola sosta, più
avanti un camion con due locals, stanno riempiendo di pietre e ghiaia una voragine apertasi lungo la strada;
offriamo al più anziano una birra ghiacciata, - non ne dai un sorso al tuo amico???? – gli dice Bruno… no,
no, lui è troppo giovane e non deve bere - risponde,
e se la scola tutta.
Continuiamo,
entriamo nel parco del Durmitor, ci fermiamo per la notte sul Susisko Jezero a 1180 metri accanto ad
una Planinski dom , chiusa; c’è anche
una coppia di belgrado, escursionisti, tendina e zaino in spalla.
16.08.2012
– ancora Montenegro
l’indomani continuiamo ancora per
l’altopiano, case sparse, poca povera gente, tutti molto cordiali, tutti ci
invitano ad una sosta per una rakija …
ma sono solo le 9.00 del mattino. Al
terzo rifiuto un simpatico local si butta davanti la macchina e ci costringe
alla sosta; urla, sì proprio urla alla moglie di portare sedie, tavolo e slivovitz domacia e di preparare il
caffè.
E
intanto che il caffè alla turca cuoce
ancora slivovitz, fino a quando Bruno
non gli nasconde la bottiglia. Io insisto
dicendo che devo guidare, che mi ferma la polizia, … mi risponde: … kuraz polizia, picku mater
polizia, e ancora un po’ di bestemmie e mi riempie il bicchiere.
Intanto
la moglie riscalda il pane, rigorosamente fatto in casa, da mangiare con il kaymak,
riscalda salsicce, taglia prosciutto, ci versa uno strano intruglio (a
base di panna/latte) da bere, e poi
ancora torta di mele finale e ancora slivovitz.
Ci
salutiamo tra foto, baci, abbracci.
L’entrata
in Bosnia è veloce e indolore, gasolio, qualche birra per la sera, e poi ci
accampiamo per la notte; è già buio e, senza accorgercene, ci fermiamo … a
pochi metri, o forse anche dentro ad uno dei tanti campi minati. Me ne rendo conto la mattina, vedendo i cartelli,
quasi senza muovermi avverto gli altri e,
spaventati, tra mille attenzioni, come si vede fare al cinema o in TV,
ricalcando i nostri passi all’indietro, ci allontaniamo dal pericolo.
18.08.2012
Bosnia-Erzegovina
tutto il giorno attraverso la Bosnia, tutto
il giorno tra campi minati; non che la cosa sia tragica, - strade e carrarecce sono
sicure – ci ha detto un guardaparco, … ma non uscite per nessun
motivo dai tracciati!!!
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