… Laura rientra al lavoro dopo la
malattia, danno al sottospinato e, … le cade la bombola di CO2 sul piede! 2° dito blu!
ROTTO!!!
Cerotto e via, domani si parte ugualmente!
Sbarchiamo in orario a Yangon, forse anche con un po’ di anticipo,
fila per la dogana, ritiro delle valige… della valigia. Quella di Laura è
rimasta a Roma, sbrighiamo le pratiche al customer service, il pullman attende
e ci porta fino al Motherland inn .
…in fila alla dogana, uno mi
saluta, contraccambio, è triestino, chi è? da dove mi conosce? allievo di
qualche corso? non ci penso più che tanto…
lo ritrovo al Motherland, è con la sua ragazza, anche loro viaggiano
soli, mi chiama per nome…
ma chi sei, dico, da dove ci
conosciamo???
pensaci.…. mi risponde!!!
salgo in camera a depositare
i bagagli, un flash… Marocco 2009, gole
del Todra, era là ad arrampicare con Mauro,
con U.Iavazzo e un altro ancora, Riccardo
ed io eravamo anche a spasso per il Marocco, li abbiamo raggiunti per una
serata in compagnia… il nome però…
… la sim birmana acquistata con
5$ funziona, il wi-fi dell’albergo anche, siamo connessi e così aggiorniamo
chi, dall’altra parte del mondo, attende nostre notizie.
18.01.2015 - Yangon
… ci dirigiamo
verso la Botataung Paya; entriamo scalzi, come i veri pellegrini, il
buon pellegrino Mauro si infastidisce subito … “solo muri de oro, sai buddha, sai file, gente che prega e niente de veder…“
inutile dire, le nostre strade per un po’ si dividono.
Entro nel labirinto della pagoda dove la struttura crea degli
angoli acuti in cui le persone pregano ad alta voce facendo risuonare i
mantra… non fosse per i click delle
macchine fotografiche l’atmosfera sarebbe mistica… comunque nell’aria c’è armonia e rispetto.
Tanti i gesti impressi nella memoria… dalle donne, longilinee ed eleganti che
debbono sedere lateralmente per le gonne stretta, ai gruppi che invocano con
omaggi di frutta un qualche buddha …
Eh sì, qui, come dice Mauro, di buddha proprio non ne mancano.
La pagoda è non solo un luogo di preghiera, ma anche di ritrovo
con se stessi, con amici o con la famiglia; è un posto molto… sociale, tra gente che prega c’è chi mangia e
chi gioca.
Sia dentro che fuori vendono i cesti di frutta da donare ai buddha,
e foulard e fiori per adornarli.
E tutt’attorno un viavai di addetti che raccolgono cesti e foulard
per rivenderli nuovamente – un gran giro di soldi, anche qua la religione porta
ricchezza!!!
Usciti dalla pagoda andiamo verso lo Strand Hotel, dicono simpatico da vedere e in effetti lo stile del
nostro Caffè San Marco, ci regaliamo 1 ora di relax al bar.
… a fare da cornice al parco street-food
e chiromanti,
la golosità prende il sopravvento, ci attrae una bella ragazza
che, con grande abilità e poca attrezzatura, fa omelette express ripiene di
verdure, e non siamo i soli ad esser colpiti dalla sua bellezza e
destrezza… un altro ragazzo si è seduto
e si è votato alla consumazione di crepes.
Lo ritroviamo ancora là dopo 2 ore!!!
23.01.2015 - in motorino per Bagan
… 8.30, colazionati,
inforchiamo il nostro motorino elettrico;
sembra di andare in bicicletta ma non serve pedalare; nessun
problema sul dritto, le salite invece le
sente con largo anticipo.
Scendiamo a Old Bagan ed
iniziamo interminabili visite di pagode; grandi, medie, piccole ma
fondamentalmente tutte uguali, tutto un cava
le scarpe, metti le scarpe, e ogni
volta, quando esci, te ne rimangono sempre altre 1.000 da vedere!
Una sola è degna di nota, la Shwesandaw
Paya, si può salire fino su, 5 ripidissime rampe di scale, con scalini di
25 e più centimetri ma poi, il panorama ricompensa.
Laura vuole tornare a far fotografie anche al tramonto, io penso rimarrò
al bar a distruggere qualche mohito.
6.01.2015 - sempre a Kalaw
… finiamo il giro
della città, e cerchiamo un posto relax, magari con una bella terrazza, sembra
quasi impossibile ma …. mi ricordo (Laura)
di un’insegna sulla scalinata, vicino al market, thazin (scoprirò poi che è un piccolo fiore bianco molto profumato,
che si trova in cima agli alberi).
Intuizione fortuita!!! la
prima impressione è che sia chiuso, entro e saluto… c’è un vecchio che sta guardando la tv; non risponde, Mauro dice … no i ne
ga pel cul, io mi ostino e vado vicino al vecchietto, è solo sordo, come mi
vede si mette subito all’opera, mi consegna 2 menù e 2 libri di remarks di turisti passati per di là,
tutto molto kind e con un velo di
orgoglio.
Ci fa sedere al sole sul patio di casa sua ed a breve arrivano
altri 2 giovani francesi con cui condivideremo il tavolo.
Il vecchio inizia a raccontare e noi, tutti incuriositi, stiamo ad
ascoltare. Non vuole dirci il suo nome,
vuole che ce lo ricordiamo come l’uomo che a 92 anni sa ancora stupire con
giochi di carte… canticchiando e
mescolando le carte ci intrattiene con un gioco che ha imparato quando aveva 16
anni, quando non esistevano telefonini e laptop.
I francesi ci raccontano della loro avventura… stanno viaggiando da 3 mesi e si fermeranno
ancora qui e poi, almeno per un altro
mese in Vietnam…
27.01.2015 - inizia il trekking
… alle 8.15 andiamo
alla Diamond Trekking, ci accolgono
in pigiama, tutto ancora da preparare.
Partiremo appena alle 9.30 e con un’altra guida, il marito di EE, così
si chiama la titolare, si dice stanco di ieri; la nuova guida si chiama Miò, si presenta con casco da moto in testa e iapanche (infradito) ed inizia così il
trek.
Lungo la strada Miò si ferma davanti una casa, dice che va a
cambiarsi; in 5 minuti è pronto: zaino, maglietta, giacca a vento e iapanche da trekking.
Il percorso si snoda tra sentieri e strade in terra battuta, alle
12.30/13 stop ad un point-view con accanto un punto di ristoro nepalese.
Dopo il lunch riprendiamo a camminare, dopo un’ultima
interminabile ora lungo i binari del treno, un vero calvario, una sosta ristoratrice
al bar della stazione dove Miò, accortosi che Laura distribuisce alle ragazzine
campioncini di profumo le chiede uno per una sua amica: Laura glie ne da 2 e
lui sparisce.
La sua amica, pochi metri più in là, vende betel;
ritorna dopo un po’ con un sacchetto pieno dei deliziosi
bocconcini.
Ancora 20 minuti e siamo alla guesthouse per la notte.
28.01.2015 - 2° giorno di trekking
… alle 7 ci alziamo, veloci
preparativi, veloce colazione e siamo pronti, la nostra guida invece,
infreddolita, non vuole uscire dalle coperte; ci incamminiamo che sono le 8.
Altri 14 chilometri su e giù per il Myanmar, pausa pranzo, ancora
6 chilometri ed arriviamo al villaggio dove passeremo la notte.
Ci fermiamo prima in un fornitissimo baretto; una birra e, ci spostiamo per la cena e la
notte, non senza aver prima comperato ancora una birra.
29.01.2015 - fine trek e lago Inle
ottima colazione
con pancake al miele, poi ci incamminiamo.
Sorpresa!!! oggi la tappa
lunch è alla fine, one shot, 20 chilometri … uno dietro all’altro!
Finalmente acqua, finalmente siamo al lago… una noodle soup, mangio anche quella di Laura
che si accontenta di una noce di cocco, ancora una birra, e saliamo sulla
barca, affusolata, che ondeggia paurosamente.
Iniziamo a risalire (o a scendere?) il lago;
Le foto, al tramonto, si creano
da sole, basta schiacciare il bottoncino.
… e poi in albergo: mocito
(mohito), pizza, birra e ancora mocito,
bisogna pur festeggiare la fine del trekking!
30.01.2015 - da Nyaungshwe a Bago
… alle 16 siamo in albergo ad
attendere che ci vengano a prendere per il viaggio notturno a Bago; arrivano
con un pick-up, e un po’ ammassati arriviamo al punto di partenza dell’autobus; 11 ore di viaggio, parecchie le passiamo
dormendo, bella la fermata/cena, in un autogrill locale, serviti da ragazzine
di 10 – 12 anni, che lavorano velocissime sotto lo sguardo vigile della
caposala.
31.01.2015 - Bago e il Monte Kyaiktiyo (Golden Rock)
… arriviamo a Bago
alle 4.30, un risciò si offre di accompagnarci al nostro hotel per soli 1.000
kyat.
Ok, saliamo sul risciò con i bagagli, lui lo spinge fino all’altro
lato della strada e ci mostra l’hotel: siamo arrivati dice.
… una veloce doccia, una frugale colazione e, abbiamo ancora the
nel bicchiere che vengono a chiamarci: l’autobus per la Golden Rock sta partendo.
… l’autista corre come una iena, alle 8 siamo già arrivati.
Più avanti inizia la ressa per salire sui camion che vanno alla
Golden Rock; e anche qua gli autisti dei camion dimostrano di non avere il
famoso mattone sotto l’acceleratore: paghiamo il biglietto, comprensivo
dell’assicurazione sulla vita, come recita il cartello, e si parte.
In cima un villaggio turistico vivacemente animato, bancarelle,
hotel, pellegrini, portantine e chi più ne ha più ne metta.
Continuiamo, qua tutti … se
buta per tera, i prega, i impiza
candele, i brusa incensi, i taca plachete de oro… no li credevo cusì basa banchi….
… guardiamo, fotografiamo e scendiamo; ancora mezz’ora di paura
sul camion e siamo nuovamente alla stazione del bus.
… andiamo a cena: riso al cocco con arachidi, mango e spezie
varie.
02.02.2015 - Ngapaly Beach
… arriva il taxi
per l’aeroporto.
Il taxista parla un bell’inglese, si rivela un chiacchierone, ed
intrattiene Laura, che ormai è diventata la-la,
fino all’aeroporto, si offre anche di venire a prenderci quando torniamo, veloce
scambio di numeri di cellulare e ci
salutiamo.
L’aereo è molto piccolo, un ATR 42 o modello successivo, a
turboelica, Laura non ne ha mai volato su uno simile, e penso nemmeno molti altri
passeggeri.
Arriviamo in 1 ora, ci attendono, ci accompagnano al residence;
nonostante avessimo prenotato una più economica stanza sul retro, ce ne danno
una bellissima, grande, con due letti da una piazza e mezza, vista mare.
A 500 metri vari ristorantini, ne scegliamo uno che sembra il più
quotato, e con 2 mohito iniziamo
quella che si rivelerà un’ottima cena.
04.02.2015 - Ngapali Beach
… oggi si pranza con la frutta
che acquistiamo dalle donnine che passano per la spiaggia: pochi dollari e la
signora, con una tecnica tutta sua lava, pela, taglia a pezzetti e riempie un
sacchetto di ananas e mango, freschi e gustosi.
05.02.2015 - Ngapaly Beach, arrivano Mattia e Valentina
oggi arrivano i
nostri amici!!!
E la sera siamo a cena tutti assieme al best friend: mohito, king prawn e curry prawn con cocconut-milk.
08.02.2015 - Yangon
… la sera andiamo a chinatown, vicino al nostro albergo.
E’ un immergersi in un caos di colori, di sapori e di odori, un
susseguirsi di baretti e di bancarelle di street-food; siamo attratti da un‘insegna,
qua il mohito costa 800 kyatt – 0,80 dollari, il cameriere ci piazza in tavola
con Dave, un simpatico canadese.
La serata si conclude tra chiacchiere, birra e mohiti, proprio
quello che ci voleva per salutare il Myanmar.
novembre 2015
… è
notizia di questi giorni che Aung San Suu
Kyi ha trionfato alle elezioni, il Myanmar se lo merita!!!